Pubblicato su: Il Giornale d'Italia, anno VII, fasc. 11, p. 3
Data: 11 gennaio 1907

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Quelli che parlano, inquieti o soddisfatti, della «crescente incredulità della Francia» mi fanno sorridere. Anche dopo la legge sulle associazioni, anche dopo la legge sulla separazione delle Chiese dallo Stato, il popolo francese resta uno dei popoli più religiosi dell'Europa. Non bisogna, naturalmente, identificare la religione col cattolicismo e immaginarsi che non vi son più credenti perchè le chiese antiche son deserte e perchè si cerca di far morire di fame i curati. Dove c'è il rispetto di formule considerate come verità assolute e intangibili; dove c'è la fede in un mondo futuro perfetto e felice: dove c'è dell'entusiasmo e, se occorre, del fanatismo, la religione non è morta nè vicina a morire. La Francia è davvero, in questo senso, un paese profondamente religioso e la stessa persecuzione anticattolica che si sta facendo qua da alcuni anni, dopo la complicata crisi dell'affare Dreyfus, è un fenomeno religioso — il principio del trionfo della nuova Chiesa Cartesiana, Laica e Democratica che canta fra i suoi padri e dottori Descartes, Rousseau, Robespierre, Victor-Hugo, Renouvier, Gambetta e cento altri filosofi, poeti e uomini politici.
In questo momento, dunque, una religione cerca di sostituirsi a un'altra e non è vero che muoia nella terra di Francia ogni religione. Delle ragioni politiche e anche economiche si mescolano, come sempre, in questa guerra, ma si tratta pur sempre di una guerra religiosa. Vi sono dei deputali o dei capitalisti i quali hanno interesse, per conservare dei voti o per aumentare i loro affari, che la Chiesa cattolica sia indebolita e magari scacciata, ma essi non fanno altro che subire il cambiamento dell'opinione pubblica e trent'anni fa, quando pareva che la Terza Repubblica fosse consacrata al Sacro Cuore, quegli stessi uomini furono o sarebbero stati dei «calotins». Le credenze della folla sono oggi diverse e quelli che vogliono darsi l'aria di condurla debbono per forra imitarne le passioni e adottarne l'atto di fede.
Perchè questa nuova Chiesa non ancora cattolica ma già francese ha il suo atto di fede come ha le sue leggende. E' una Chiesa un po' troppo amante di astrazioni, ma che nonostante ha un Dio che si chiama l'Umanità. Il comandamento fondamentale di questa religione è questo: amate gli altri «più» di voi stessi. Il credo si potrebbe recitare così: «Io credo ch'esiste il Popolo sovrano, eterno e intangibile. Tutti i miei sforzi debbono esser diretti a migliorare il suo stato per mezzo della Ragione, della Giustizia e della Scienza. Se io farò questo i figli dei figli dei miei figli vivranno in una società perfetta in cui la Solidarietà sarà completa, la Felicità assicurata e l'Ignoranza soppressa. In nome dei grandi e santi principi del 1789 amen.»
Come si vede, i dogmi di questa religione non sono molto nuovi, ma la stessa loro vecchiaia li rende più venerabili. Del resto, i moderni evangelisti di questa buona novella razionale cercano, per quanto possono, di ringiovanire per lo meno il vocabolario e invece di parlare di Ragione, come quelli del XVIII secolo, parlano piuttosto di Scienza e invece di ripetere sempre la parola Altruismo, come quelli del XIX secolo, fanno uso più volentieri di quella di Solidarietà. Ma i santi maggiori son sempre quelli: l'Umanità, la Giustizia, la Felicità universale, la Pace perpetua, l'Eguaglianza, la Libertà, il Progresso e simili vecchie conoscenze dei discorsi democratici.
Sarebbe facile trovare delle traccie di questa religione in tutti i paesi del mondo, ma la sua vera patria, la sua culla, la sua serra, la sua terra santa è proprio la Francia. Parigi è la Gerusalemme della Fede Laica e gli apostoli più eloquenti e fortunati di questa fede sono dei francesi. Anche oggi dove vorreste trovare dei vescovi più autorevoli del culto della Ragione e dell'Umanità di Buisson o di Seailles? Essi posseggono veramente tutto il dogmatismo, il fanatismo, la sicurezza, l'intolleranza, l'amore delle formule recise e senza significato, e l'ignoranza della storia che costituiscono le qualità indispensabili di ogni conduttore di anime. Gli uomini comuni hanno bisogno di credere per non pensare e non badano tanto alla qualità delle credenze quanto a quelle di chi predica loro queste credenze. Quando vedono che un uomo sentenzia colla stesa sicurezza del Papa, essi lo seguono anche se dice male del Papa.
E non bisogna meravigliarsi che la religione di cui parlo abbia trovato in Francia la sua espressione potente e trionfante. La influenza enorme che Descartes ha esercitata sulla mente francese ha formato certe abitudini di semplificazione, di chiarezza, di ordine, di aridità che dovevano finire col distruggere il prestigio della Chiesa cattolica piena di elementi orientali, straordinari, meravigliosi, complicati e sentimentali. L'istinto cartesiano di voler riesaminare ogni cosa e di cercare a ogni costo delle idee chiare è diventato l'istinto della maggioranza dei francesi e doveva arrivare per forza un giorno in cui il culto della Ragione avrebbe sostituito il culto di Cristo. Il razionalismo «frondeur» del secolo XVIII ha per origine, come ha mostrato il Taine, quell'amore della ragion ragionante che era implicato nel cartesianismo e la Rivoluzione non fu che un tentativo grandioso e sanguinoso per imporre alla complessa vita sociale i dogmi della religione della Felicità e dell'Umanità a dispetto della psicologia e della storia. Il tentativo non riuscì completamente e fu interrotto dal senso pratico di un grande italiano, ma pochi anni dopo si formava una leggenda della Rivoluzione, semplice, chiara e poetica, e questa leggenda fa ormai parte dei libri sacri della Chiesa Francese.
A questi fattori indigeni bisogna aggiungerne altri due di origine tedesca: la Riforma e il Socialismo. Lo spirito protestante è stato, in certi periodi, assai forte in Francia e un momento il cattolicismo è stato forse in serio pericolo di perdere la sua supremazia in questo paese molto prima di ora. Le lunghe e aspre lotte e l'Editto di Nantes riuscirono ad allontanare il pericolo, ma non bisogna dimenticare che tutto l'Enciclopedismo ebbe per padre un Protestante di spirito: Pierre Bayle, l'autore del Dizionario critico. Oggi lo spirito protestante, unito a quello kantiano, ha ripreso forza e non è senza importanza il fatto che alcuni di quelli che hanno menato la campagna anticattolica sono di famiglia protestante. Si potrebbe dire, del resto, che la Religione Laica di cui sto parlando non è che la Riforma del Protestantismo. L'esame personale dei Luterani è l'avviamento alla Ragione dei moderni enciclopedisti e la famosa Solidarietà, di cui in Francia parlano tutti quanti, non è che una nuova incarnazione impallidita e razionalizzata dell'amore del prossimo dei cristiani. La mentalità protestante ch'era rimasta in Francia anche dopo le più orribili persecuzioni, è tornata oggi, sotto il regime della libertà del culti e della filosofia di Kant, a combattere la sua vecchia nemica, la Chiesa cattolica, e si potrebbe arrischiarsi a dire, almeno simbolicamente, che la legge di separazione per la quale si è perfin tentato di dichiarare stranieri molte migliaia di preti francesi col pretesto che obbediscono a Roma, è la vendetta in ritardo dell'Editto di Nantes, per cui i cattolici costrinsero realmente molte migliaia di protestanti francesi a diventare cittadini stranieri.
Noi assistiamo, dunque, ad una guerra religiosa e nello stesso tempo al fiorire di una nuova Chiesa, meno poetica delle altre, ma egualmente dogmatica e fanatica. Forse questa Chiesa troverà il suo vangelo definitivo, e accanto alla Leggenda del passato, la Rivoluzione, riuscirà a stabilire la leggenda del futuro, la Terra Promessa della Giustizia e della Pace sociale. La fede è già grande e minaccia di passare, presto o tardi, anche all'azione violenta. Si osserva, per esempio, che da qualche tempo i «cambrioleurs», i quali rispecchiano pure, a modo loro, lo stato d'animo di un paese, si danno con grande entusiasmo a svaligiare ogni giorno case di preti e chiese del Signore. Nelle chiese di Parigi entrano giovani col cappello in testa o donne atee schiamazzanti. E ci sarebbe di peggio, se occorre. Alcuni giorni fa una signora francese, moglie di un universitario, molto intelligente per quanto molto democratica, mi scriveva, a proposito delle critiche fatte da Pio X alla nuova legge di Briand: «Ces jours-ci je grillerais volontiers le Pape». Torquemada cambia domicilio. Da destra va a sinistra, ma neppur l'Inquisizione ha voglia di morire!
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